lunedì 13 aprile 2015

Un candido simbolo di eleganza

Ecco spuntare tra le foglie le bianche gardenie.



Da sempre associate all'eleganza, nell'Ottocento erano ornamento essenziale all'occhiello dei gentiluomini raffinati e degli eccentrici dandy. Tali fiori stanno a simboleggiare la sincerità e la purezza d'animo, forse proprio per il loro candido colore.
Eravamo perplesse sull'introdurre un fiore così chiaro: la paura era che da lontano creasse un vuoto di colore. Siccome tentar non nuoce, (nonostante la ferita inferta dal distruggere punti ben fatti) ne abbiamo gettate un paio e... il coro di Oooh che belle! ha decretato il successo delle gardenie. L'abbianata del festone, con il rilievo del sempre scenografico punto vapore è gradevole sia ad eseguirsi che a vedersi ed il bianco sull'ecrù della stoffa non crea un vuoto, bensì un punto luce.



Punti utilizzati: punto festone, punto vapore, punto margherita, punto erba.



martedì 31 marzo 2015

Lavoro a quattro mani



Dopo il contributo di Eleonora il nostro stendardo riprende il viaggio per finire tra le mani di due amiche ricamatrici: Paola ed Alessandra.
A loro il compito di dare vita a nontiscordardimè e glicine.

Il nontiscordardimè è un minuscolo e delicato  fiore selvatico dai petali azzurro intenso, da sempre considerato il fiore del ricordo, dell'amore e della speranza.


Il glicine, per la sua particolare crescita, costante e molteplice, in spirali di diversa direzione, è preso ad emblema dello sviluppo della coscienza umana, che dal centro vitale si ramifica con diverse direttrici ed evoluzioni verso l’esterno. Si narra che fu Marco Polo ad introdurlo in Europa dal lontano oriente. Chissà che anche la nostra creatività abbia il medesimo fiorire ed espandersi!




I nontiscordardimé sono realizzati con punto nodino e margherita, i glicini con punto scritto, punto margherita, punto nodino.









venerdì 20 marzo 2015

Profumo di Provenza




Il nostro lavoro prosegue tra le mani di Eleonora, a cui spetta di ricamare un fiore dal profumo inconfondibile: la lavanda.




“Quando mi è stato passato il lavoro, la prima volta sono subito stata pervasa da un’intensa curiosità. Ho aperto lo stendardo e sono rimasta senza parole… bellissimo! I fiori fatti fino a quel momento erano posti in un ordine armonico con i colori adatti ed omogenei. Ho aspettato tre giorni prima di acquistare le matassine e pensare d’iniziare il lavoro - nel frattempo ho riaperto più e più volte la stoffa e ammirato il lavoro fatto. Avevo quasi paura di iniziare il mio ricamo: temevo gli sbagli, le imperfezioni.
Poi un pomeriggio, d’istinto, sono partita di getto a ricamare la lavanda… Quanto mi piace la lavanda!”



Per il ricamo sono stati utilizzati i punti mosca e vapore.





mercoledì 11 marzo 2015

Il fiore dell'amore




"La rosa!" direte voi.

E invece no: si tratta dell'agapanthus.
Il suo nome deriva dal grego: agàpe (amore) e ànthos (fiore), pertanto spòp a lui spetta tale titolo.
E' una pianta perenne di origine sudafricana, anche simbolo dell'eleganza e della classe.



E' toccato ancora ad Egidia ricamare questo sofisticato fiore.
Dice così di questa esperienza: "per me è stato un piacere aver contribuito in una piccola parte a questo ricamo poichè sono contenta di aver conosciuto questo gruppo di persone meravigliose".



lunedì 23 febbraio 2015

Romanticismi d'antan


E' il momento di aggiungere un altro fiore: l'ortensia.
Al lavoro ci pensa Egidia, altra montefortiana in forza all'associazione, con punti nodino e punto piatto.

Si tratta di un fiore che esprime gratitudine per l'attenzione ricevuta ma indica allo stesso tempo l'intenzione di voler fuggire senza sapere quando si farà ritorno.


Eppure questo fiore è legato ad una storia d'amore: il naturalista Philibert Commenson lo scoprì in un viaggio in Asia; giunto in Cina, si innamorò di Hortense, moglie di uno dei suoi migliori amici. Decise allora di chiamare la pianta appena conosciuta con lo stesso nome della donna amata, cosicchè l'amore per lei potesse avere eternità nonostante lui fosse costretto a fuggire lontano per smettere di soffrire.

Che romanticoni che erano una volta!




mercoledì 11 febbraio 2015

Il triste frutto della gelosia



Ecco che la stoffa si dirige verso Monteforte: è la volta di Donatella, alle prese con l'anemone giapponese.

Narra la leggenda che Anemone, ninfa della corte della dea dei fiori Cloris, conquistò il cuore di Zefiro, il vento di primavera, e Borea, il freddo vento del nord.
Cloris si ingelosì e decise di punire Anemone tramutandola in un fiore condannato a schiudersi precocemente sotto le violente carezze del freddo vento di Borea e ad essere già avvizzito all'arrivo del dolce spirare del caldo Zefiro.
Per la caducità della sua fioritura simboleggia la brevità delle gioie d'amore, il senso di abbandono e l'amore tradito, così come il rimpianto.

Commenta Donatella: "Che sia un caso che proprio ricamando questo fiore dalla malinconica simbologia io mi sia punta, spargendo qualche goccia di sangue sulla tela?"



Il ricamo è eseguito a punto margherita, punto nodino, punto stuoia.

domenica 1 febbraio 2015

Ricordi d'infanzia



Ancora San Bonifacio, lo stendardo passa ad Elsa, una tra le più esperte del gruppo, per essere arricchito dagli hollyhock, fiori dal potere evocativo per la sua realizzatrice:

"Questo fiore, da noi più conosciuto con il nome di rosa marina, mi ha ricordato le vacanze in montagna con la mia famiglia, perciò è stato piacevolmente nostalgico ricamarlo per partecipare alla nostra simpatica staffetta".



Il ricamo è realizzato a punto festone e nodini, punto erba e punto mosca.