martedì 22 novembre 2016

La difficile arte della rinuncia



Alla ripresa delle attività ad inizio settembre un’ulteriore sfida ci si è parata davanti: l’imminente Festa delle Associazioni di S. Bonifacio, a cui abbiamo preso parte nei due anni precedenti.



L’esperienza delle precedenti partecipazioni ci ha insegnato che, seppure si tratti di una manifestazione di paese che non ha pretese di particolare magnificenza, l’organizzazione necessaria per presenziare è impegnativa e avida di tempo: occorre innanzitutto coordinarsi con l’amministrazione comunale per presentare l’iscrizione e per richiedere i materiali offerti dall’amministrazione stessa di cui si abbisogna, vale a dire tavoli, sedie, ombrelloni o gazebo. In secondo luogo occorre valutare quali altri materiali servano: generalmente, un tavolo, altre sedie, materiale per esposizione – gli anni precedenti abbiamo usato scatoloni rivestiti di carta colorata, relle attaccapanni, scatole, valigie, cavalletti con telai appoggiati.  Serve capire quali associate hanno a disposizione questi materiali e come raccoglierli e trasportarli alla sede della manifestazione.


Occorre decidere poi cosa si intende esporre e raccogliere ordinatamente tutti i lavori: questo comporta che in una delle serate d’incontro ognuna porti i propri lavori selezionati, accuratamente imballati ed etichettati, e che alcune si incarichino di raccoglierli e tenerli in deposito sino all’esposizione. Serve inoltre valutare se sono necessarie decorazioni o cartelli esplicativi di quanto si espone e chi vi provvede. Non ultimo, si valuta se vi sono dei lavori che si intendono eseguire durante le ore della manifestazione; in tal caso è necessario procurarsi quanto serve per il lavoro ed organizzare i turni di lavorazione con le presenti. 



Il giorno della fiera è necessario che alcune delle associate si riuniscano anticipatamente, che carichino le loro auto con i materiali per l’esposizione ed i lavori da mostrare, che si rechino nel luogo assegnato all’associazione, che qui scarichino i materiali, che proseguano poi nel montaggio dello stand e nella sistemazione dei lavori. Di solito l’esposizione dei ricami richiede tempo ed è usuale che si discuta a lungo al proposito e che l’allestimento venga modificato varie volte prima di trovare l’assetto definitivo.

Una volta sistemato il tutto, le associate presenti prendono posto, alcune sulle sedie a lavorare sui pezzi che si è deciso di ricamare in loco, altre invece di fronte allo stand per fornire a chi lo chiede informazioni sulla nostra associazione. 



Alla fine del pomeriggio di esposizione, occorre re-imballare i lavori delle associate e riporli nei contenitori con cui sono stati portati, smontare i materiali di allestimento e caricarli nelle auto, restituire all’organizzazione comunale i materiali da loro forniti, ricaricare il tutto nelle auto e trasportarlo nelle proprie case. All’incontro successivo i lavori esposti vengono restituiti alle associate che non erano presenti.

La dettagliata (ma non troppo) relazione su ciò che è necessario per partecipare a questi eventi ha il senso di voler esplicitare l’impegno che è richiesto e l’auspicabile numero di associate per condividerlo, così come per dare senso ad una partecipazione che, se offerta da un numero sparuto di persone, rischia di dare il messaggio di un’associazione poco florida. 


A settembre dunque, quando ci siamo trovate a decidere se prendere parte anche alla manifestazione 2016, ci siamo rese conto che poche di noi erano disponibili ad essere presenti e a prendersi cura dell’organizzazione nel giorno designato. Alla luce delle esperienze passate, abbiamo ritenuto eccessivamente arduo che solo poche di noi si facessero carico dell’impegno del caso, oltre che poco felice quale messaggio al pubblico. Abbiamo atteso a lungo e tergiversato, ma alla fine abbiamo deciso di annullare la nostra iscrizione, già inviata all’amministrazione comunale.


Nonostante la delusione di non avercela fatta, riteniamo che anche questo sia un passo importante per il nostro gruppo: pensiamo che questa esperienza possa aiutarci ad acquisire consapevolezza sulle nostre concrete risorse e sulle difficoltà che la vita associativa presenta, così come ci ha permesso di testare la nostra maturità di comprendere quando un obiettivo non è alla nostra portata e di esercitare la difficile arte di dire no.